Stilo

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STILO
La cittadina dalla storia plurimillenaria, conta 2500 abitanti. Si trova ai piedi del monte Consolino rivolta ad est a 400 m s.l.m.
Stilo è annoverata tra i borghi più Belli d’Italia. La sua importanza culturale, artistica e storica, è testimoniata dal centro storico, dalle tante chiese e dalla Cattolica.
Ha tra i suoi punti di eccellenza, ciò che le sue montagne conservano gelosamente da svariati secoli.
Il Bosco di Stilo, distante 15 km dal centro urbano, ospitava in passato una fiorente attività siderurgica costituita dalle Reali Ferriere di Stilo.
Si tratta di una decina di opifici realizzati nel XVII sec, che costituivano l’embrione del grande polo siderurgico di Ferdinandea e Mongiana.
Ancora oggi sono presenti nei boschi: cittadelle operaie, ferriere, forni fusori e il villaggio siderurgico di Chiesa Vecchia.
Quest’ultimo, fatto restaurare dal Parco Naturale Regionale delle Serre, rappresenta un unicum a livello mondiale per il patrimonio archeologico che conserva.
Nel villaggio infatti vi sono i resti di un palazzo amministrativo, di una chiesa e di un altoforno secentesco a “Manica” unico nel suo genere al mondo.
Poco distante si trova la grandiosa e stupenda Reale Fonderia “Ferdinandea” ed il Palazzo amministrativo voluti dalla casa reale dei Borbone a fine Settecento.
Dedicati al Re Ferdinando II, a quel tempo costituivano il più moderno sito siderurgico d’Italia.
La Reale Fonderia “Ferdinandea”
Ferdinandea costituisce il più importante intervento statale, per quanto concerne lo sviluppo strutturale del polo siderurgico calabrese.
Essa ebbe il compito di affiancare lo stabilimento di Mongiana e di coordinare il lavoro che si svolgeva nelle Vecchie ferriere di Stilo, le quali furono rimodernate.
Nel 1789 iniziano i primi lavori per la costruzione di una cittadella siderurgica e l’annessa grande fonderia, sull’esempio di manifatture realizzate in Europa (Manifactures Royales in Francia) e napoletane (Laboratorio di pietre dure e la Manifattura degli arazzi, presso la chiesa di San Carlo alle Mortelle, la Manifattura di porcellana a Capodimonte e la Manifattura di San Leucio presso Caserta).
Nel decennio francese, Gioacchino Murat propone il potenziamento dell’industria siderurgica pubblica delle Serre calabre.
I lavori avviati dai Borbone furono ripresi infatti dai francesi e da questi furono incentivati nel 1814 con lo stanziamento, da parte dello Stato, di ben 15.000 ducati. Nella nuova fonderia si sarebbero dovuti realizzare due coppie di altiforni, ma Murat perde il Regno e i lavori ben presto vengono sospesi.
Il ritorno dei Borbone
I lavori furono riavviati da Ferdinando I dei Borbone, ritornati al potere, ma furono completati solamente nel 1841 da Ferdinando II a cui la nuova fonderia sarà dedicata.
Il grande opificio occupava un’area di circa 15.000 m2, di cui ben 9.427 erano coperti, ed era distribuito in due distinti complessi.
Il primo, posto a ferro di cavallo, con corte interna, ospitava la residenza amministrativa, con uffici, alloggi per le truppe, carceri, chiesa, ecc.
Il secondo costituiva lo stabilimento siderurgico.
Ad esso facevano da contorno numerose ferriere ancora insistenti nell’area, poste sia sul fiume Stilaro, che scorre nelle sue immediate vicinanze, sia sui poco distanti torrenti: Ruggero, Acciarello e Mulinelle.
Verità storiche
Il palazzo di Ferdinandea non fu mai una Reggia o un Casino di caccia dei Borbone, fu nel corso dei secoli, che l’hanno vista attiva, solo ed esclusivamente uno stabilimento siderurgico statale con annessa una cittadella operaia.
Il re Ferdinando II vi si recò in visita solo due volte e per pochissimo tempo, allo scopo di verificare lo stato dei lavori e la consistenza degli opifici.
Nella corte interna del palazzo vi sono due cimeli del periodo borbonico: l’edicola in ghisa sormontata da una palla di cannone con incisa una dedica al Re e un busto in granito di Ferdinando II. Entrambe provengono da Mongiana portate a Ferdinandea dal Fazzari.
Nel piazzale della Cattolica è posizionato un murales che mostra la fonderia della Ferdinandea come invito ai turisti a visitare il Bosco di Stilo.
Faceva parte delle Ferriere di Stilo un altro polo siderurgico ubicato sulla fiumara Assi.
Qui intorno al 1753 furono realizzati, su progetto dell’architetto Luigi Vanvitelli, i 38 Km dei tubi dell’acquedotto Carolino (patrimonio UNESCO) che forniva l’acqua alle filande di San Leucio e che ancora oggi la conduce alle splendide fontane della Reggia di Caserta.